lunedì 24 agosto 2009

L’orrore quotidiano contro gli animali

Articolo apparso su: http://www.lastampa.it/lazampa/girata.asp?ID_blog=164&ID_articolo=1351&ID_sezione=339&sezione=News

Torino, vanno in vacanza e segregano i cani

Tre animali abbandonati in cantina e sul balcone

Ogni giorno, a Torino, qualcuno picchia, abbandona, sevizia o maltratta un animale. Sbarazzarsi del cucciolo lasciandolo sul ciglio dell’autostrada, in confronto, è un atto di pietà. E in estate, poi, la situazione peggiora. L’imperativo delle ferie annichilisce qualsiasi forma di umanità (questa è la favolosa società in cui viviamo!). I cani vengono mollati sui balconi, i gatti buttati via o segregati, spesso torturati, i compagni di una vita vengono lasciati a morire di fame e inedia in antri senza via d’uscita.Solo questa settimana i volontari della Lida, la Lega nazionale per i diritti dell’animale, hanno salvato tre cani, due a Barriera di Milano, uno a Mirafiori Sud: i padroni li avevano segregati sul balcone con un secchio d’acqua e nient’altro ed erano partiti per le vacanze. Potrebbero essere stati senza protezione dal caldo e dal sole per una settimana. I volontari della Lida li hanno abbeverati e nutriti, passando acqua e cibo attraverso le grate del balcone. Cani salvi, ma solo perché abitavano al primo piano, raggiungibile dai volontari. I padroni sono stati denunciati per maltrattamenti. Ieri pomeriggio, invece, una guardia Lida ha salvato un cucciolo di barboncino dal soffocamento. Il piccolo non ne voleva sapere di seguire il padrone al passo. Strozzato dal guinzaglio stretto fino all’inverosimile. Ancora: un rispettabile cittadino, valigie in mano e auto pronta per il grande esodo, ha mollato una manciata di euro a un ragazzo: «Sbarazzati del cane, al ritorno non lo voglio più vedere». Il ragazzo s’è tenuto i soldi ed è sparito, il cane è quasi morto d’inedia. E cosa fare se lo shopping con Fido è scomodo? Semplice, basta legarlo nel bagagliaio dell’auto sotto il sole a picco d’agosto.
Le immagini dell’estate dei volontari della Lida sono impubblicabili. La follia umana spinge a strappare le zampe ai gatti, per vedere cosa succede, a dare fuoco a piccoli uccellini, a murare colonie feline perché danno fastidio. A un vecchio pointer, non più utile alle battute di caccia, hanno sparato in pieno muso. È sopravvissuto, anche se non ha più né naso né bocca. Sono tutti casi denunciati al centralino della Lida. Spesso la chiamata arriva troppo tardi. Sono diversi gli episodi in cui i vicini di casa hanno segnalato abbandoni e maltrattamenti perché infastiditi da giorni e giorni da guaiti o da puzze insopportabili. «La realtà di quello che vediamo tutti i giorni - spiega Giovanni Porta, presidente della Lida - supera di gran lunga qualsiasi fantasia. È raccapricciante». Nella vita i volontari della Lida sono pensionati, operai, impiegati, studenti, casalinghe. Storie e vite diversissime, con un tratto comune a tutti: quando raccontano il loro impegno nel volontariato il tono di voce è quello della tristezza senza conforto: «Dopo qualche anno il dolore per quello che vediamo è quasi insopportabile».Nella notte tra giovedì e venerdì un gruppo di giovani aveva giocato a calcio con un riccio, uccidendolo e cercando di dargli fuoco. La buona notizia è che la denuncia contro ignoti si è trasformata in qualcosa di più solido: ieri alcuni di loro sono stati individuati. «L’unico motivo per cui andiamo avanti, che non ci fa impazzire - aggiunge Porta -, è che grazie al nostro impegno il 60% degli animali viene salvato».

A Torino lavorano per i diritti degli animali 100 persone tra operatori - con un incarico di pubblico servizio e compiti di vigilanza - e guardie, che hanno una qualifica di polizia giudiziaria e sono pubblici ufficiali. Sono tre i tipi di intervento seguiti: i controlli sugli affidamenti del canile, sulla cattiva detenzione, o i maltrattamenti. «È triste constatare - dice Giuseppe Andriolo, ex sindacalista in pensione ed ora guardia addetta alla vigilanza - che le persone che seviziano e uccidono gli animali spesso non pagano per quello che hanno fatto. Ma, nonostante siamo riconosciuti come polizia giudiziaria, noi siamo prima di tutto animalisti, e il nostro primo pensiero è sempre per la salute degli animali, non per la punizione dei padroni, anche se alla lunga è frustrante». Ogni tanto a Giuseppe Andriolo viene il sospetto di non «fare bene»: «In qualche modo la dedizione dei volontari del sociale giustifica il poco impegno delle istituzioni, che così possono delegare responsabilità e prendere sotto gamba i problemi».

IN ITALIA SI RISCHIA DI PIU' PER CERTI REATI D'OPINIONE (ah, il potere delle lobbies...) CHE PER QUESTI CRIMINI SPAVENTOSI COMPIUTI CONTRO ESSERI VIVENTI! Gli animali non possono parlare, non votano e, peggio, sono considerati come 'cose', 'oggetti' dal sistema capitalista. Di fronte a tutto ciò possimo ancora considerare la nostra come una 'civiltà'?